Mina, i ricordi dei lettori

« Older   Newer »
  Share  
*aLessia
view post Posted on 9/4/2010, 14:30




di Daniele Duchi
In occasione del 60° compleanno di Mina (25 marzo), La Provincia ha invitato i propri lettori a mandare materiale (fotografie, testimonianze, ricordi, oggetti particolari, riviste e altro) che in qualche modo hanno a che fare con la grandissima cantante cremonese.

Nerina Dordoni (commerciante, Cremona) — Ho frequentato ragioneria nello stesso periodo di Mina. Eravamo in due corsi diversi ma facevamo insieme le lezioni di ginnastica all’asilo Martini; ricordo che un giorno rimanemmo tutte estasiate nel sentirla cantare negli spogliatoi la celebre canzone del film ‘L’amore è una cosa meravigliosa’.
Qualche anno dopo, quando era ormai famosa, la incontrai in corso Campi e subito mi riconobbe. Ritengo che una delle sue migliori qualità sia quella di non essersi mai montata la testa e di aver mantenuto una certa umiltà nel rapporto con gli altri.

Giovanni (Soresina) — Il mio ricordo si riferisce alla fine degli anni Cinquanta. Mi recavo spesso a Milano per lavoro; un pomeriggio andai al Teatro Smeraldo per assistere ad un avanspettacolo. Chi si presentò in scena ad un certo momento? Mina con I Solitari. Rimasi sorpreso, ma dopo lo spettacolo me ne andai. Sere dopo, sempre a Milano, la ritrovai nel night club ‘Il Marocco’. Nell’intervallo, nel presentare un numero dello spettacolo con quel modo tutto suo di pronunciare le parole, suscitò la reazione di una spettatrice che le si rivolse chiamandola «Fatalona!».
Finita la presentazione Mina raggiunse il bar piangendo e lì ci incontrammo. Si confidò: «In questo locale non mi trovo bene per tutte le situazioni tipiche che si registrano in un night». Poi mi chiese: «Vienimi a trovare tutte le volte che puoi». Io ed i miei amici, una sera sì ed una... sì eravamo là a farle compagnia. Con grande gioia sua e grandissimo piacere nostro.

Arturo Seidenari (attore, Casalmaggiore) — Voglio chiarire una volta per tutte che Mina ha iniziato a cantare per caso, dopo aver conosciuto il cantante Roberto Sanguanini in vacanza dalla nonna materna a Casalmaggiore. E’ stato lui ad insegnarle i trucchi del mestiere, lavorando sul suo difetto di pronuncia tipicamente cremonese. Tutti gli abitanti di via Trieste a Casalmaggiore si ricordano della spider rossa Giulietta di Mina parcheggiata sotto casa Sanguanini, dove veniva a prendere lezioni di canto. Di carattere era timida, ma simpaticissima e allegra; e con un grande senso dell’amicizia.

Bruna Pini (pettinatrice, Cremona) — L’ho conosciuta nel periodo in cui cominciava a diventare famosa, alla fine degli anni Cinquanta; veniva a farsi pettinare dalla parrucchiera Villa in corso Garibaldi, e da quel momento siamo diventate amiche. Quando arrivava era una gioia per tutti; Mina era una macchietta, bravissima a raccontare barzellette e a farci ridere a crepapelle. Io e lei, poi, ci divertivamo ad andare nel vicino negozio di Quinzani ad acquistare camicette.

Renato (Fengo) — Nel 1959 ero militare a Casale Monferrato quando venni a sapere che in un locale vicino alla caserma si sarebbe esibita Mina con il suo gruppo cremonese. Mi appostai vicino al cancello d’entrata e riconobbi un orchestrale, col quale eravamo amici comuni di un altro musicista cremonese, Annibale Franzosi. Gli chiesi se poteva farmi entrare gratis e lui si diede da fare con i gestori. Dopo pochi minuti arrivò il direttore di sala che non solo mi fece entrare, ma mi mise allo stesso tavolo riservato a Mina. Lei si sedette accanto a me e volle sapere com’era la vita di naia. Per me è stata una serata meravigliosa e indimenticabile.

Marta Danzi (Cremona) — Nel 1959 mio marito Walter lavorava presso l’ufficio passaporti della Questura. Un giorno di quell’anno si presentò allo sportello niente meno che Mina in persona. La cantante cominciava già ad essere abbastanza famosa e chiaramente il suo arrivo provocò un certo interesse. Aveva già tutte le pratiche pronte, ma si era dimenticata di portare le fotografie; fu allora che si ricordò di avere nella borsetta le cartoline che la sua casa discografica aveva fatto stampare con il suo volto. Alcune le utilizzò per il passaporto e la documentazione d’ufficio, una la regalò a mio marito che però non riuscì a farsi fare l’autografo. Ma fu ugualmente felicissimo.

Teresa Granata (Cremona) — Si parla spesso dell’esordio ufficiale di Mina avvenuto a Rivarolo del Re nel settembre del 1958. Ma ricordo perfettamente di averla incontrata qualche giorno prima alla fiera di Grumello, dov’era stata organizzata una serata danzante. Un particolare mi colpì: quando arrivai vidi una ragazza in tailleur di renna piangere e fumare nervosamente sul piazzale. Al momento non diedi molta importanza alla cosa; poi scoprimmo che si trattavadi Mina, arrabbiatissima perchè non volevano farla cantare. Poi, la situazione fu risolta; salì sul palco e cantò splendidamente.

Giulio Ravani (ex batterista e imprenditore, Cremona) — La mia conoscenza di Mina risale a quando avevamo dieci anni; lei abitava in via Cesare Battisti ed io in via Antico Rodano e le nostre case avevano il cortile in comune. Poi l’ho sempre seguita nel percorso artistico; le sue capacità meravigliose mi hanno sempre fatto venire la pelle d’oca. La considero la numero uno in Italia, ma ho il rammarico del fatto che non ha mai voluto confrontarsi con i big americani, come Frank Sinatra e Barbra Streisand.

Riccardo Bergonzi (direttore Swingers Big Band, Cremona) — Sarebbe bello che ci mandasse un segno, anche per il lavoro svolto dall’associazione nata in memoria di Nino Donzelli. Va sicuramente rimarcato il fatto che nei suoi dischi ha utilizzato vari musicisti cremonesi.

Sandro Gibellini (attuale chitarrista di Mina, Pralboino) — E’ assolutamente straordinaria. Ho avuto la fortuna di suonare con lei in diretta negli ultimi album ed ha un’intonazione spaventosa. La sua professionalità è davvero grande, ma con noi musicisti è sempre molto disponibile. E, l’assicuro, non è sempre così con altri interpreti.

Arrigo Nordici (insegnante, Cremona) — Ritengo Mina un’artista che ha saputo fare della sua voce un mito e della sua assenza dal video e dal palcoscenico un ulteriore motivo di notorietà.

Fausto Coelli (batterista di Mina e I Solitari, Cremona) — Nelle serate che facevamo insieme, Mina aveva una paura matta del pubblico; non voleva mai uscir fuori malgrado le minacce degli impresari e, sono convinto, che non se l’è mai tolta. Ma quando saliva sul palco era trascinante.

Jody (disc jockey, Cremona) — Più che intervistarla, mi piacerebbe fare un programma radiofonico con Mina. L’ho sentita spesso su Radiorai e su Radio Montecarlo e la trovo molto spigliata; ma, soprattutto i suoi commenti dei fatti d’ogni giorno sono molto intelligenti.

Roberto Martinelli (arredatore, Cremona) — Da appassionato di musica posso dire che quella di Mina è una delle voci più belle mai ascoltate. Il timbro inconfondibile, la qualità interpretativa, l’emozione che trasmette ne fanno un mito, una cantante davvero speciale.

Roberto Schiavini (libero professionista, Sospiro) — La grandezza di Mina è di essere comunque la cantante più apprezzata d’Italia, e non solo, pur avendo scelto di rimanere dietro le quinte. Difficile trovare ancora oggi una voce come la sua.

Chicco Santini (produttore musicale, Cremona) — A livello italiano Mina è in assoluto la più grande; non solo per le riconosciute qualità canore, ma anche per la scelta coraggiosa e coerente di continuare a proporre la sua musica pur non mostrandosi più in pubblico.

Vincenzo Fresi (autore, Crema) — Mina ha cambiato forme e modi di produrre e consumare musica, ha rappresentato una svolta epocale per il nostro paese, per anni attaccato alle gonne della canzoncina sentimentale. E’ di una bravura straordinaria nel definire una dimensione di suoni tutti suoi.

Nirvana Parma (ex vicina di casa, Groppello C. ) - Ho conosciuto Mina quando aveva circa 10-12 anni, io ero sartina dalla signora Bianchi, dirimpettaia della famiglia Mazzini. Ricordo che Mina era una ragazzina molto vivace, scendeva le scale di corsa cantando e mi salutava sempre per prima. All’epoca credo avesse inciso un disco (quelli di carta) per regalarlo alla sua mamma. Non veniva mai a provare le gonne che la signora Bianchi le confezionava, così toccava a me provarle al posto suo. Ricordo anche che a Pasqua riceveva in dono dai genitori un uovo di cioccolato contenente una preziosa sorpresa, preparato appositamente per lei dalla pasticceria Baresi. Mi piacerebbe sapere se Mina si ricorda di quella volta che ha costruito con le sue mani una specie di ordigno che ha fatto esplodere nel mezzo del cortile del palazzo spaventando gli inquilini; per parecchio tempo nel centro del cortile rimase una evidente traccia nera. Ho impressa anche l’immagine di Mina a circa 17-18 anni con indosso un abito rosso a sacco; è stata una delle prime ad indossare quel modello a Cremona. Per più di un mese l’ho vista passeggiare con quell’abito ai giardini di piazza Roma in compagnia del suo fidanzatino. Auguro buon compleanno a Mina e le do il benvenuto fra le sessantenni.

Giovanni Z. (Soresina) - Il mio ricordo si riferisce alla fine degli anni Cinquanta. Mina era una ragazza stupenda, la frequentavo insieme ad altri amici e lei si divertiva a chiamarmi ‘Chioffanni’. Sapevo che cominciava a cantare con I Solitari e la domenica pomeriggio si esibiva nella tavernetta del Continental. Mi recavo spesso, a quei tempi, a Milano per lavoro; un pomeriggio andai al Teatro Smeraldo, che fu trampolino di lancio di molti cantanti italiani, per assistere ad un avanspettacolo. Chi si presentò in scena ad un certo momento? Mina con I Solitari. Rimasi sorpreso, ma dopo lo spettacolo me ne andai. Sere dopo, ancora a Milano, la ritrovai nel night club ‘Il Marocco’ sempre accompagnata da I Solitari. Nell’intervallo, nel presentare un numero dello spettacolo con quel modo tutto suo di pronunciare le parole, suscitò la reazione di una spettatrice che le si rivolse chiamandola «Fatalona!». Finita la presentazione Mina raggiunse il bar piangendo e lì ci incontrammo. Si confidò: «In questo locale non mi trovo bene per tutte le situazioni tipiche che si registrano in un night». Poi mi chiese: «Vienimi a trovare tutte le volte che puoi». Io ed i miei amici, una sera sì ed una... sì eravamo là a farle compagnia. Con grande gioia sua e grandissimo piacere nostro. L’andammo a trovare per tutta la durata del contratto. E quello, lo ricordo bene, fu il suo primo contratto. Era una tigre che ancora non aveva gli artigli. Li avrebbe messi poco dopo quando cominciò ad esibirsi come cantante solista.

Cesarina Pelizzoni (Pieve d’Olmi) - Per quasi vent’anni ho fatto la commessa alla pasticceria Baresi; è lì che ho avuto modo di conoscere Mina quando già era diventata famosa. Veniva sempre con la mamma, quando tornava a Cremona tra un’apparizione televisiva e un concerto; era golosissima delle nostre paste e ne mangiava due o tre alla volta, in pochissimi minuti. Quando lasciai la pasticceria per aprire, proprio di fronte a Baresi, un negozietto di frutta e verdura pensai che non l’avrei mai più rivista. Invece, un giorno la vidi entrare e fu davvero una gradita sorpresa; mi disse che era stata in pasticceria e non vedendomi aveva immediatamente chiesto di me. Ricordo che in quello stesso periodo andava molto spesso ad acquistare vestiti nella boutique della signora Adriana Pigoli in via Massarotti.

Giuseppe Bertoglio (Grontardo) - Non dimenticherò mai quello che è capitato nel settembre del 1958; a Grontardo c’era la Fiera e la domenica, con il mio gruppo di amici, organizzammo nel cortile della trattoria Masseroni un’esibizione musicale con gli Happy Boys del maestro Nino Donzelli. Ricordo che al momento di stipulare il contratto, Donzelli mi disse che molto probabilmente sarebbero venuti con una nuova cantante; ma la cosa non era affatto certa perché lei non sempre si presentava, tanto è vero che decidemmo di non pattuire per lei alcun compenso aggiuntivo. Il giorno del concerto, dopo qualche ora, eravamo tutti molto abbacchiati; in pochissimi erano venuti a sentire l’orchestra, mentre la balera vicina era stracolma di gente. Di Mina, nel pomeriggio, neppure l’ombra. Arrivò solo verso le 22 e decise di cantare dopo aver mangiato due uova sode e bevuto un bicchiere di vino bianco. Quando salì sul palco restammo tutti a bocca aperta per la sua bravura; poco alla volta, grazie anche al passaparola della gente, la balera si svuotò e tutti vennero a sentire quella cantante strepitosa e mai ascoltata prima. Fu un successone, tanto che alcuni organizzatori di alcune serate a Vescovato l’ingaggiarono per la settimana successiva per un compenso di 200mila lire. La chiamarono anche a Piadena (e la cifra era già raddoppiata), ma nel corso di quella serata cantò tre o quattro canzoni e poi se ne andò via indispettita per colpa di qualcuno o qualcosa. Proprio come una Tigre.

Gino Paoli (dal settimanale ‘Chi’ in edicola) - Nel 1960 non ero ancora famoso e Giulio Rapetti, che poi sarebbe diventato Mogol e allora lavorava alla Ricordi, era convinto che io fossi un autore più che un cantante. Così mi portava in giro a far sentire le mie canzoni. Combinò un incontro con Mina. Lei ascoltò il mio lavoro e scelse un paio di pezzi: ‘Il cielo in una stanza’ e un altro che non ricordo più. Cominciammo a vederci finchè a un certo punto qualche divergenza ci divise. Io non volevo più che incidesse ‘Il cielo in una stanza’, ma lei mi telefonava e insisteva. Allora cedetti a patto che interpretasse anche una cosa d’un mio amico, Giampiero Reverberi. Per Mina presi una piccola cotta, era una ragazza molto affascinante. Col tempo ho capito che fui colpito da lei perchè era una forza della natura come il Po della sua Cremona, la città dove è nata. Il suo modo di cantare è assolutamente istintivo, non è sofisticata come sembra. Ed è capace di fare sua qualsiasi canzone interpreti, di trasformarla in qualche cosa di completamente diverso da ciò che persino l’autore aveva immaginato.

Lino Pavesi (primo sassofonista di Mina e pittore — Caorso) - Era il 1958 quando Mina Mazzini venne per la prima volta a Caorso; suo scopo era quello di conoscermi e farmi entrare nel suo complesso I Solitari. Pur essendo nell’ambiente musicale dal ’55, non l’avevo mai sentita nominare. Mina era talmente bella che, comunque, non potei fare a meno di accettare subito la sua offerta; anche perchè non avevo nulla da perdere in quell’avventura. Col mio sax debuttai al suo fianco a Cremona in un veglione presso il Continental, dove andavamo anche a fare le prove grazie alla compiacenza del proprietario. Vorrei sottolineare che canzoni quali «Tintarella di luna», «Nessuno», «Scritta col fuoco» e «Tua» sono state lanciate da Mina in occasione di una fortunata tournée ad Ischia quando ancora cantava con I Solitari. Nel 1961, quando nacque il mio primogenito Giorgio, Mina è stata sua madrina al battesimo, mentre il padrino fu Giorgio Calabrese, il librettista di molti testi delle canzoni della Tigre di Cremona. Già in quel tempo Mina era una celebrità e ricordo che anche il paese visse quella giornata quasi fosse un vento storico; sia la chiesa sia la piazza erano stipate di gente. Del resto anch’io ritenevo che quella ragazza aveva tutto il talento necessario per poter diventare, come poi si è verificato, la numero uno della canzone italiana. Mina non si è mai dimenticata di noi, tanto è vero che recentemente, in occasione del matrimonio di mio figlio, ha inviato un regalo con allegato il biglietto; nel post-scriptum Mina scrive: «Caro Lino non ti dimenticherò mai».

Fausto Coelli (fondatore con Mina dell’orchestra I Solitari) - Si è parlato molto degli esordi di Mina come cantante e del suo primo contratto discografico con la Italdisc. Voglio sottolineare che, intervistato in merito, l’impresario Matalon ha raccontato che la prima volta che ha sentito Mina è stato alla festa del circolo ufficiali di Cremona all’Accademia d’armi, accompagnata dai Solitari. Il ricordo di quei tempi non può che andare all’amore sfrenato di Mina per il fratello Alfredo; ci seguiva ovunque andassimo ad esibirci, consigliava la sorella ed anche per me era come un fratello. Ogni tanto lo facevamo cantare, suonare la batteria e ho sempre pensato che avrebbe avuto un futuro grande come quello di Mina. Nel 1962 Matalon gli fece incidere un 45 giri; il brano del lato A si intitola Agibudabar, musiche di Antozzi parole di Mina. Quando la Tigre era impegnata in televisione veniva lui con noi e ci facevamo chiamare ‘Geronimo e I Solitari’; ricordo che ancora una decina d’anni fa un nostro manifesto compariva su una cartolina di Viareggio. Mina era innamorata del fratello, da lui si faceva consigliare anche in sala di registrazione tanto si fidava del suo giudizio. Non potrò mai scordare la sera che è morto (il 28 maggio 1965); eravamo a suonare a Garlasco, dopo Pavia, e quella sera stessa ci arrivò, dopo mesi di attesa e di speranze, la notizia che eravamo stati ingaggiati per un importante contratto a San Benedetto del Tronto. Era l’occasione che aspettava, il giorno più bello della sua vita, perchè quella scrittura avrebbe permesso a Alfredo di entrare nel giro che contava con i suoi mezzi. Nel ritorno a Cremona, sotto una pioggia terribile, il tragico incidente nei pressi di Pizzighettone. In quel momento è come se avessi perso una parte di me.

Pinuccia Cagnoli (Sesto Cremonese) - Mia madre Carla, ormai scomparsa, ha lavorato per diciannove anni in casa Mazzini come domestica e praticante. Io ero molto piccola, ma ricordo che spesso Mina mi prendeva in braccio e mi coccolava. Tra i ricordi di mia madre ho trovato l’immaginetta relativa alla prima comunione della cantante celebrata il 25 maggio 1947. Non dimenticherò mai quando morì Alfredo, il fratello di Mina; la signora Gina Mazzini regalò tutti i maglioni del figlio a mia mamma perchè li potesse indossare mio fratello.

Roberto Baccalini (fonico di Mina dal ’61 al ’65 - Rivolta d’Adda) - In quel periodo erano molte le ditte che seguivano i cantanti con una strumentazione personalizzata come avviene, invece, al giorno d’oggi. Io lavoravo come fonico per la ditta Semprini di Milano e amplificavamo cantanti del calibro di Gianni Morandi, Rita Pavone e Ricky Gianco. Poi c’era Mina, la mia preferita, perchè era sempre disponibile e gentile; non come certi altri, ricordo ad esempio Marisa Del Frate, che oltretutto dal punto di vista della tecnica e del talento non valevano neppure un quarto rispetto alla Tigre di Cremona. In quattro anni, ho girato tutti i più bei teatri d’Italia con la cantante cremonese; quando arrivava non facevamo molte prove, anche perchè non ne aveva bisogno, visto che era semplicemente straordinaria. Ricordo che allora il suo cachet era di due milioni di lire a serata; ma erano soldi spesi davvero bene, perchè ovunque riempiva la sala.

Ermanna Valeri (parrucchiera - Cremona) - Ho da raccontare alcuni aneddoti che servono per capire la grande umanità e semplicità di Mina. Un giorno era venuta a farsi la tinta e nel frattempo stavamo ascoltando la radio. Ad un certo punto, appena fatta l’applicazione ai capelli, comunicarono la morte di Fausto Coppi; si commosse a tal punto che quasi non voleva credere a quella notizia. Mi pregò di toglierle la tinta, pagò ugualmente il servizio e si precipitò a casa per partire e andare a verificare di persona se fosse vero. Ricordo poi che quando lanciò la canzone ‘Il cielo in una stanza’ molti giornalisti vennero a Cremona per intervistarla e fotografarla; così pettinai a dovere sia Mina sia la sua mamma ed ero ancora là quando arrivò uno stuolo di persone. Trasmetteva la sua aggressività nel modo di pettinarsi e di truccarsi e ho sempre pensato fosse molto creativa; eppure era talmente semplice e disponibile, una persona squisita. Fu lei a farmi conoscere il fondotinta che allora stava prendendo piede nel nostro paese. Volevo anche ricordare che i suoi primi abiti importanti, come quello che mise a Sanremo per interpretare ‘Le mille bolle blu’, erano stati confezionati dalla sarta, poi scomparsa, Rosetta Gussoni che abitava in via Ugolani Dati.

Giovanni Maia (patron Villa Zaccaria - Bordolano) - Ricordo benissimo gli inizi di Mina: cantava per diletto, cantava già benissimo. Una sera, con Parolini, arrivò nella balera di legno della signora Mainardi a Grumello. Era una bella sera d’ottobre ma noi avevamo già tutti il cappotto. Lei salì sul palco, una specie di palco, e ci cantò a squarciagola «You are my destiny» e «Diana» di Paul Anka, brano del ’58 che il giovane Paul, allora sedicenne, aveva scritto per la sua vicina di casa (più vecchia di lui e quindi inaccessibile, ndr.). Il giorno dopo, incontrando alcuni amici, dissi: ieri sera sono stato abbagliato da un fenomeno. Provai, per lei, le stesse emozioni che mi diede la Callas quando la vidi alla Scala per la prima volta in una Traviata di Visconti. A quei tempi lavoravo all’Hotel Gallia e della grande Maria, una dei più grandi soprano del secolo, non sapevo nulla. Gli amici mi spinsero ad ascoltarla, proprio come accadde per Mina. Le emozioni, ripeto, furono le stesse. E non credo che il paragone, tra le due, sia zoppicante.

Renzo Donzelli (chitarrista degli Happy Boys - Cremona) - Conoscemmo Mina quando nel luglio del 1958 venne a casa di mio fratello Nino per la prima volta, chiedendo di poter cantare con il nostro gruppo. Già a quei tempi ero appassionato di filmini che riprendevo con la mia cinepresa. Insieme a Fausto Coelli decidemmo di scrivere la sceneggiatura di un film poliziesco e i protagonisti eravamo noi del gruppo; anche Mina si era prestata al gioco. Cominciammo le riprese in piazza Marconi alla fermata dei pullman; io e Coelli eravamo due killer che dovevano uccidere Micio Masseroli (nella parte di un ricco agricoltore). Con una scusa lo abbordavamo davanti al bar ’900 e lo trascinavamo al pennello sul Po. A quel punto lo uccidevamo, mentre contemporaneamente Mina — ignara passante — assisteva al fatto. A quel punto, la sceneggiatura prevedeva che Mina andasse dal commissario (impersonato da Giorgio Levi) a denunciarci; così, alla fine la giustizia avrebbe trionfato. Invece, dopo le riprese del primo giorno, non ci fu più verso di coinvolgerla e fummo costretti a cambiare il finale. Conservo tuttora quello che abbiamo intitolato «Un film incompiuto» e alcuni amici lo hanno anche visto. Chissà se Mina ricorda ancora quel suo improvviso dietrofront.

Graziano Formis (Gadesco Pieve Delmona) - Ho conosciuto Mina nel periodo che andava dal 1955 al 1960, quando ancora stava con la famiglia nel palazzo di via Cesare Battisti. In quel periodo abitavo sotto il suo appartamento e, come vicino e amichetto del fratello Alfredo, frequentavo spessissimo casa Mazzini. In particolare, si era creata una notevole simpatia tra me e la signora Gina, la mamma di Mina, con la quale avevo legato molto. Pur avendo qualche anno di meno rispetto alla cantante, ci divertivamo sempre insieme e spesso giocavamo a briscola; Mina mi voleva sempre come compagno, mentre il fratello Alfredo giocava in coppia con chi capitava, altri amici che frequentavano la loro casa. Ricordo in particolare che non le è mai piaciuto molto andare a scuola, ma anche che era molto aperta e generosa. Dopo che si è trasferita nell’appartamento in corso Mazzini e che ha cominciato la carriera artistica non l’ho più incontrata, ma ho sempre mantenuto caro il ricordo di quei tempi.

Maria Luisa Trombini Casadei (Cremona) - Ricordo Mina alla Bussola di Focette quando aveva 18 anni, nel luglio del 1958, prima di diventare famosa. Le ho rivolto la parola per chiederle se avesse visto mio fratello. Mi rispose con una voce incredibile, soave e bellissima. Poi non mi meravigliai del suo successo... Andavamo ad ascoltarla nel ’60 nello stesso locale, facendo un sit-in intorno alla pista; e lei, elegantissima e bellissima — ricordo una splendida mise blu notte — ci travolgeva con la sua splendida voce e ci faceva sentire felici. Grazie Mina!

Fonte: X



 
Top
oscarlady84
view post Posted on 12/4/2010, 00:07






VENDO 45 GIRI DI MINA -

MINA – Città vuota/Ancora ancora ancora - MINA – Io sono quel che sono/Tu Farai….. (Settembre 1964)

- MINA – Se c’è una cosa che mi fa impazzire/ La banda (dalla trasmissione televisiva SABATO SERA-Maggio 1967)

PER INFO CONTATTATEMI SULLA MIA E MAIL: [email protected]

ciaoooo
 
Top
*aLessia
view post Posted on 12/4/2010, 14:03




Scusami Oscarlady ma questo non è un ufficio "compro/vendo" di conseguenza ti pregherei innanzi tutto di presentarti come da regolamento e poi di postare questo messaggio in una nuova discussione apposita per questo argomento. Ti avverto che fra poco cancellerò il messaggio.
 
Top
InsanityMind
view post Posted on 12/4/2010, 14:07




SPOILER (click to view)
utti gli abitanti di via Trieste a Casalmaggiore si ricordano della spider rossa Giulietta di Mina parcheggiata sotto casa Sanguanini, dove veniva a prendere lezioni di canto


aaaa ecco prendeva lezioni!!!
 
Top
InsanityMind
view post Posted on 12/4/2010, 14:31




CITAZIONE
Auguro buon compleanno a Mina e le do il benvenuto fra le sessantenni.

????
 
Top
*aLessia
view post Posted on 12/4/2010, 14:56




O l'articolo è di 10 anni fa, o si sono sbagliati, oppure (opzione più plausibile) hanno riciclato interviste di 10 anni fa! xD
 
Top
Giorgio Maggi
view post Posted on 30/11/2017, 18:57




leggo a distanza di 7 anni queste belle lettere inviate a Mina. Ho anch'io una aggiunta importante per ricordare la mamma Lucia scomparsa quest'anno (2017) alla età di 97 anni. Il Laboratorio di sartoria di Lucia Bellini era in via Chiara Novella 13 e per anni è stata la sarta "ufficiale" di Mina adolescente di sua madre e della dolcissima nonna. Fu proprio la nonna a promettere a me tredicenne di assumermi nella sua fabbrica di prodotti chimici se avessi studiato chimica ... passarono gli anni ... Mina divenne importante e affidò la gestione del suo guardaroba a stilisti alla moda ... la fabbrica chimica fallì ... rimane un bel ricordo di una ragazza spiritosa con la quale giocavo a saltare sul lettone della mamma mentre questa inconsapevole provava gli abiti alla famiglia.
 
Top
6 replies since 9/4/2010, 14:30   2432 views
  Share